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Museo del IX Centenario dell’Università di Bologna

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Museo del IX Centenario dell’Università di Bologna

 

 

Project timing

Gennaio 1995 – Giugno 1998

Supportato da

Università di Bologna
Swatch

Responsabilità

Ideazione, progetto e realizzazione

Team

Responsabile progetto
Andrea Zanotti (Università di Bologna)

Consulenza artistica
Pietro Bellasi (Università di Bologna)

Grafica, ideazione e realizzazione
Carlo Fiorini

Programmazione multimediale e realizzazione
Giuseppe Onorevoli (Università di Bologna)

Museo del IX Centenario dell’Università di Bologna

Il Museo come sistema informativo

1. Elementi del Museo

Un primo elemento importante considera il museo come complesso sistema informativo, dove gli «oggetti» mostrati, che ne connotano la funzione – un museo dedicato alla storia dell’università e agli eventi del IX Centenario – sono in primo luogo «informazioni» rappresentate con le modalità di comunicazione più adeguate. Queste modalità devono essere pensate, progettate e realizzate con lo scopo di far vivere «esperienza» al visitatore, come nella grande tradizione dei musei anglosassoni. Per creare questa dimensione sono certamente opportune le nuove tecnologie dell’informazione, della rappresentazione e della comunicazione (multimedia, ipertesti, ecc.), ma occorre considerare due condizioni essenziali:

1. L’esperienza cognitiva delle informazioni organizzate nel sistema informativo-museo non passa esclusivamente attraverso l’utilizzo dei computer ma anche, e fondamentalmente, attraverso la creazione di ambienti adeguati all’oggetto da rappresentare. Un esempio è la necessità di rappresentare la dimensione del rito nella trasmissione e conservazione del sapere (un elemento importante del Museo) con la creazione di un luogo o di un passaggio nel percorso espositivo capace di rendere l’emozione della ritualità. Un altro esempio è la realizzazione della Macchina del Tempo, una sorta di gioco cognitivo temporale che il visitatore fa per acquisire l’esperienza della dimensione secolare dell’università.
Inoltre nella realizzazione definitiva del Museo, i motivi del design grafico devono essere riconoscibili e ricorrenti nella struttura e nelle parti dell’insieme, dalla progettazione architettonica al design degli interni e delle strutture, fino alle interfacce informatiche di comunicazione, per un’omogeneità complessiva ideale e fruitiva al Museo.

 

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2. Riteniamo che le nuove tecnologie non debbano costituire dei pretesti di attrattiva fascinosa e inconsueta, persino nei casi in cui esse veicolano una comunicazione di contenuti fondamentali. La multimedialità «elettronica» deve invece essere funzionale all’organizzazione delle informazioni e alle opportunità cognitive (interazione con l’utente, stimolo di varie sensorialità, partecipazione del visitatore alla scelta del percorso informativo – cosa vedere e cosa conoscere) e comunicative (il dar forma, sostanza e presenza cognitiva a oggetti non fisicamente presenti o non disponibili, o realizzare idee o narrazioni di tipo storico) del progetto.
Per questo, fin dalla prima fase progettuale, abbiamo attivato tutti gli accorgimenti e le competenze necessari affinché l’apporto tecnologico non fosse puramente autoreferenziale, fine a se stesso, ma finalizzato costruttivamente e positivamente agli obiettivi generali del Museo. Tali obiettivi, oltre che in primo luogo di carattere storico, documentario e narrativo, sono anche di favorire l’interesse di un pubblico più ampio ed eterogeneo verso il Museo, e dunque investono le modalità di fruizione pubblica delle informazioni e l’accesso ad esse, che devono essere il più possibile trasparenti e semplificati.
Inoltre, grazie all’apporto tecnologico e alla disponibilità di strumenti adeguati sarà possibile consentire un approccio articolato a più livelli, coesistenti. Vi sarà cioè la possibilità di soddisfare sia le sofisticate esigenze e il rigore degli esperti e degli studiosi mediante appropriati strumenti di documentazione, di ricerca e di consultazione delle informazioni, sia la domanda variegata e occasionale di un pubblico generico (e anche le necessità di natura didattica) mediante una dimensione fruitiva più dinamica, ludica, spettacolare, interattiva e coinvolgente, che ne sappia stimolare l’interesse. Grazie agli strumenti tecnologici questi due aspetti possono felicemente coesistere.

Va infine notato che la scelta dell’impiego di tecnologie di narrazione e rappresentazione è stata operata anche per il fatto che gli oggetti reali, effettivamente legati agli eventi del IX Centenario, non presentano un’evidente vocazione ostensiva e non sono numerosi. Tali oggetti racchiudono significati che non possono essere facilmente raccolti e capitalizzati perché sono lontani dalla sensibilità comune e non sono immediatamente fruibili: la loro decodifica è certamente ardua per un pubblico comune, mentre l’obiettivo del Museo è quello di una fruizione allargata.

 

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2. Livelli strutturali del Museo

Il museo è stato da noi immaginato con un criterio di progettazione che tenesse conto, innanzi tutto, tre differenti livelli di strutturazione, fra loro relati:

  • Il livello fisico (materiale) del Museo. È la dimensione reale delle strutture architettoniche, delle infrastrutture, degli oggetti, delle indicazioni, dei cartelli, ecc. A questo livello le informazioni frubili dal pubblico sono mediate dalla fisicità del museo
  • Il livello immateriale del Museo. È la dimensione che comprende l’impiego delle tecnologie informatiche, digitali e analogiche (ipertesti, ipermedia, audiovisivi, proiezioni, sistemi di informazione vocale, ologrammi). A questo livello le informazioni diventano gli oggetti del museo fruibili dal pubblico attravverso le nuove tecnologie
  • Il livello di rete del Museo. Come sottoinsieme del precedente, questo è il livello che connetterà il Museo al mondo, rendendolo in qualche modo planetario, cioè capace di rappresentare la dimensione della universalità. L’archittettura museale sarà internazionalmente fruibile mediante le reti telematiche. Quest’aspetto, se ben sviluppato, è di grande interesse in quanto, già ora sono disponibili in rete informazioni su istituzioni museali, ma per ora ancora non è stato progettato un museo «virtuale» che usa come sue sale i processi di comunocazione di Internet. Prevediamo di implementare questo livello entro il Febbraio 1996, rendendo fruibili, in forma interattiva e multimediale su Internet, gli oggetti del museo cioé, come detto prima, le informazioni.

Avremo quindi al termine della realizzazione tre prodotti differenti che, nella loro uninione faranno il Museo del IXCentenario.

Il progetto prevede spazi allestiti allo scopo di divenire nuclei simbolici attorno ai quali si coagulano e si organizzano le immagini e gli oggetti del museo:lo spettacolo del tempo (organizzato per ripercorrere la storia dei nove secoli) e lo spettacolo dello spazio (organizzato per ricostruire e trasmettere il patrimonio di relazioni e di interdipendenze fra l’Università di Bologna e il resto del mondo, rivitalizzate durante le celebrazioni del Nono) ed inoltreil grande «rito» che funge da snodo tra il viaggio nel tempo (il passato) e il viaggio nello spazio (il futuro) ovvero la cerimonia solenne della firma della Magna Charta (spazio nel quale sarà ricostruito l’evento e rappresentato il suo valore storico e culturale). Questi spazi saranno connotati da alcuni «campi» o magneti di interesse con grande potenzialità di fascinazione visiva o immaginaria ove saranno rievocate le dimensioni del rito, del mito, del passato, del futuro, dell’avventura di viaggio nel tempo e nello spazio. Lo svolgersi dei tre nuclei simbolici è il primo livello di strutturazione del museo, quello materiale.
Vi saranno postazioni ed installazioni dislocate lungo il percorso museale e integrate nell’allestimento. Queste sono l’accesso alla dimensione virtuale – ovvero al secondo livello – che, come i rami di un unico tronco (il museo), sviluppa gli oggetti, i concetti o le narrazioni già presenti od evocate nella dimensione fisica. Questi rami rappresentano i nostri percorsi ipertestuali disponibili in funzione della curiosità del visitatore di approfondire e apprendere più informazioni sul luogo o sull’oggetto che sta esperendo durante la passeggiata nelle sale prima chiamate magneti di interesse
Infine, per uscire dalla dimensione locale, sia il primo che il secondo livello verranno ricostruiti su internet per allestire un museo telematico, visitabile da ogni luogo ove sia disponibile una connessione alla rete.

Le tre strutture o livelli per una loro complessiva fruizione dovranno quindi «rispecchiarsi» l’un l’altra, con la condivisione dalla simbologia, degli oggetti, dell’immagine generale, ed inoltre dovranno essere complementari per le diverse funzioni che assolvono (di ostensione del primo livello, di approfondimento del secondo livello e di diffusione del terzo livello).
Per fare un esempio, fra l’architettura reale degli interni del museo e la realizzazione grafica delle interfacce informatiche degli ipertesti, i sistemi di proiezione, le realizzazioni olografiche, le immagini diffuse in rete in tutto il mondo dovrà essereci una relazione sempre riconoscibile. Per raggiungere questo obiettivo occorre quindi, armonizzare la progettazione tra il gruppo che realizza la parte informativa e iperstetuale del museo e gli architetti che realizzeranno le infrastrutture espositive.

 

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3. Gli oggetti del Museo

«Oggetti» del Museo sono sia le realizzazioni reali, materiali, dell’allestimento fisico che gli elementi virtuali, immateriali, come gli ipertesti, gli audiovisivi, la documentazione fotografica e sonora, le riproduzioni virtuali di spazi più o meno reali e la loro rappresentazione e diffusione tramite rete telematica (Internet).

3.1 Gli oggetti materiali

3.2 Gli oggetti virtuali

Le principali categorie di oggetti virtuali che saranno inseriti nell’archivio del sistema informativo sono costituite da documenti testuali, materiale fotografico, registrazioni sonore e video, ricostruzioni virtuali (filmati interattivi a 360°, animazioni digitali, ricostruzioni digitali bidimensionali e tridimensionali, grafica 2D e 3D, ologrammi), in vario modo e sui supporti più adatti alla fruizione e allo scopo. Questi materiali saranno organizzati attraverso strutture capaci di descrivere gli oggetti e gli eventi contestualizzando informazioni sonore e visive ad essi relate, permettendo inoltre un’interazione del fruitore con l’oggetto e l’evento descritto. In altri termini questa struttura è una struttura ipertestuale.

 

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3.2.1 Documenti testuali

Si tratta di documenti significativi raccolti e catalogati contenuti principalmente nell’archivio del IX Centenario gestito dal Dr. Marco Bortolotti.
Testi significiativi che illustrano la storia dell’Università rielaborati per un’agile fruizione del sistema informativo del Museo.

3.2.2 Documentazione sonora

Alcuni documenti della parte testuale saranno inseriti anche in forma vocale, così come le parti di commento alla narrazione per immagini. Vi saranno anche informazioni sonore di vario tipo (rumori, musica, effetti speciali, ecc.), tutte mirate a definire l’oggetto informativo in descrizione.

3.2.3 Documentazione fotografica

I materiali fotografici riguarderanno la documentazione significativa dei luoghi, degli oggetti e degli eventi salienti del IX Centenario, nonché gli oggetti storicamente importanti per la storia dell’Università.

3.2.4 Documentazione video

Sono filmati che documentano gli eventi e i luoghi rilevanti del IX Centenario.

3.2.5 Ricostruzioni virtuali

3.2.5.1 Filmati panoramici interattivi (QuickTime VR)

Con questa innovativa tecnologia saranno rappresentati i luoghi della storia dell’Università e del IX Centenario e illustrato lo sviluppo edilizio del tessuto urbano della Città. Tra i luoghi rappresentati con questa tecnologia vi sono l’Archiginnasio, l’Aula Magna di S.Lucia, Palazzo Poggi, Via Zamboni.

 

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3.2.5.2 Animazioni digitali

Sigle, loghi transizioni, di presentazione e integrazione della narrazione.

3.5.2.3 Grafica e ricostruzioni digitali 2D e 3D

Verranno realizzate per rendere accessibili al pubblico luoghi e oggetti altrimenti non fruibili e ricostruzioni storiche. Fra questi è prevista una ricostruzione dell’antico percorso settecentesco delle Camere delle Scienze di Palazzo Poggi.

4. Considerazioni conclusive

Su questo progetto, elaborato nel corso del ‘95, prevediamo di completare una prima fase di lavoro entro il Febbraio 1996.

Vogliamo infine esprimere alcune considerazioni di carattere generale, che a nostro avviso concernono il lavoro complessivo di realizzazione. In primo luogo pensiamo sia importante rendere il più possibile trasparente l’impiego delle tecnologie di comunicazione, nonché lavorare sulla loro discrezione e non invasività. La migliore interfaccia, di qualsiasi dispositivo si tratti, tecnologico e non, è un’interfaccia trasparente, che non si oppone all’impiego e alla conoscenza dell’utilizzatore né invade, non richiesta, il suo spazio cognitivo (ciò è tanto più importante nella realizzazione di un sistema museale destinato ad un’ampia fruizione). Per quanto riguarda il lavoro del nostro gruppo ciò significa ridurre le competenze da richiedere all’utenza nei confronti degli strumenti informativi, agendo sulla semplicità delle interfacce e sulla scelta dei dispositivi di interazione (questo anche in linea con uno dei nostri fondamentali obiettivi del lavoro, sopra esposto, di un utilizzo funzionale e non invasivo o autoreferenziale delle tecnologie). Crediamo che la condivisione di questo aspetto sia un elemento importante nella realizzazione del Museo.

In secondo luogo, e questa è una considerazione che investe soprattutto il lavoro dell’architetto, crediamo che si debba tentare di dare un’idea di “classicità” (nel senso di compiutezza nei confronti degli obiettivi) del museo come complesso sistema architettonico-informativo. Sappiamo quanto, sia nel campo tecnologico sia nelle architetture innovative, le osservazioni sull’obsolescenza vengano facili e banali. Nondimeno, noi siamo portati a pensare che il tentativo (e l’ipotesi) di costituire una “classicità possibile” del museo del futuro (tanto più se questo Museo, come quello del IX Centenario, è destinato a restare come testimonianza secolare), all’interno della dimensione storica a venire, debba risaltare nella realizzazione conclusiva. Crediamo che ciò costituisca una sfida impegnativa ma da tentare, e confidiamo in uno sforzo comune di realizzazione.