
Nell’ambito del Festival della Complessità di Roma, giunto alla XIII edizione, il 30 Giugno ho organizzato presso LABA (Libera Accademia di Belle Arti) Rimini l’incontro “Leggere la complessità“. L’idea era creare un ponte tra la cibernetica – e in particolare il lavoro di Silvio Ceccato, filosofo, linguista e cibernetico, diplomato in violoncello, docente di Filosofia della scienza a Milano, direttore del Centro di Cibernetica e di Attività Linguistiche dell’Università Statale di Milano dalla sua fondazione, nel 1957, sotto l’egida del CNR, docente allo IULM… – e le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale e delle sue filiazioni nell’espressione umana, nella didattica, nella creatività e nella comunicazione, nell’ambito delle arti. In particolare dell’Intelligenza Artificiale generativa, di cui oggi si parla molto, non sempre correttamente, in campi che vanno dal testo alle immagini, alla musica, al video, alla grafica 3D, alla programmazione.

Un momento dell’incotro
Ma perché mettere insieme Silvio Ceccato, l’Accademia di Belle Arti LABA di Rimini, la cibernetica, l’Intelligenza Artificiale generativa? Silvio Ceccato, che può essere considerato il padre della cibernetica Italiana, interessato soprattutto alle operazioni mentali (la “cibernetica della mente”) e linguistiche, negli anni ’60 è stato attivo nella sperimentazione delle relazioni tra cibernetica e arte insieme al Gruppo V (come “visione”) di Rimini. Il fondatore dell’Accademia LABA Rimini, nonché attuale direttore e presidente, Massimo Marra, e Pino Parini, che è stato per molti anni docente nello stesso istituto, sono stati suoi collaboratori. Ecco quindi spiegato il collegamento.
- Silvio Ceccato, a sinistra, con Lucio Fontana e Pino Parini, 1964 (Courtesy Wikipedia)
Il programma di interventi che ho coordinato, di cui si è fatto lo streaming online su YouTube, prevedeva come ospiti:
Pino Parini (non presente fisicamente ma ricordato in vari interventi)
Pino Parini, artista, ricercatore, collaboratore di Silvio Ceccato nel gruppo di Cibernetica dell’Università di Milano, fondatore del Gruppo V (da visione) sui rapporti fra ricerca artistica, metodologia operativa e cibernetica, membro della Scuola Operativa Italiana. Parini, nonostante i suoi 98 anni, conserva una grande lucidità, lo scorso anno ha fatto una performance al Mambo (Museo di Arte Moderna di Bologna), performance che è disponibile online.
Massimo Marra
Collaboratore di Silvio Ceccato e della Scuola Operativa Italiana, fondatore e oggi Direttore e Presidente di LABA (Libera Accademia di Belle Arti) Rimini, già Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e docente nelle accademie di belle arti di Bologna e Ravenna, esperto ministeriale della valutazione ANVUR.
Franca Fabbri
Docente di Storia dell’arte, LABA Rimini, si occupa di ricerca nell’ambito delle scienze cognitive applicate all’analisi della produzione artistica. Tiene numerose conferenze e ha all’attivo varie pubblicazioni, le più recenti per Eidos e per la rivista Psicoanalisi italiana. Attiva nell’ambito dell’arte contemporanea, Franca Fabbri ha ricordato le collaborazioni con Pino Parini, e, discutendo dell’attuale impatto dell’Intelligenza Artificiale nell’ambito delle forme artistiche, ha presentato il lavoro di Ian Cheng.
Freddy Paul Grunert
Freddy Paul Grunert, artista, curatore allo ZKM (Center for Art and Media, Karlsruhe) e al Joint Research Center della Commissione Europea, di cui ha curato la pubblicazione HumaniTies and Artificial Intelligence, Noema, 2022, consulente del Consiglio d’Europa e del Parlamento Europeo, ha insistito proprio su questi legami, su questi collegamenti, a partire dal titolo del volume, HumaniTies, eBook che ha visto il sottoscritto presente come revisore, con un testo, e come editore, perché la Commissione Europea ha chiesto a Noema di pubblicare il volume. L’eBook contiene oltre 40 interventi di personalità nell’ambito delle humanities – in altri termini la Commissione Europea ha voluto ascoltare, oltre a tecnologi e scienziati, anche il parere di umanisti (sociologi, filosofi, artisti, ecc.), perché l’Intelligenza Artificiale è destinata a modificare profondamente le società. L’eBook, pubblicato in Gold Open Access, può essere scaricato gratuitamente.
Per molti aspetti Silvio Ceccato è stato un visionario.
In una intervista RAI del 1985, sull’introduzione dei minicomputer nella scuola – il minicomputer era una categoria di computer dei tardi anni ‘60 che non esiste più. Erano computer più piccoli e meno costosi dei grandi mainframe, potevano essere utilizzati in impieghi meno specialistici, sono stati surclassati dai microcomputer e dai PC – dice:
Io però son convinto che l’impatto, almeno nel futuro […] del calcolatore come macchina universale, non sia tanto in questo aspetto più modesto di calcolo, di sostituzione al calcolo che fa in generale il computista, che fa il geometra, che fa l’architetto, che fa il commercialista, quanto proprio perché non c’è un limite alla sostituzione al nostro operato, alla nostra attività lavorativa, non c’è un limite che si possa porre alla macchina. Una volta che abbiamo capito come facciamo noi a fare le cose è possibile farci sostituire da una macchina. A me questa è la cosa che sembra più drammatica, più straordinaria nel futuro di queste macchine calcolatrici, però universali allargate.
Nella stessa intervista afferma anche che:
L’altra cosa invece che mi desta dei dubbi […] è che lo studio per queste macchine […] comporta uno studio di come operiamo noi, e ti dà allora una dimensione mentale che attualmente è del tutto carente. Noi sappiamo […] pochissimo del pensiero e del linguaggio. Una macchina che pensa e parla mi obbliga a mettere in luce le più minute operazioni della nostra mente, quelle costruite forse in 500.000 anni, ma trasmesse senza alcuna consapevolezza.
Ecco è questo che vedo nel domani, un Uomo Nuovo, un uomo Sapiens e Faber con questa consapevolezza. Questo mi sembra che sia il grande avvenire di queste macchine suggerito e familiarizzato anche dal minicomputer nella scuola.
E:
[…] finora ciò che tiene uniti gli uomini, da sempre, è una forma di solidarietà e di complementarietà […] Quel giorno che a controparte io non ho più un altro essere umano come me, ma ho una macchina, […] quel giorno che cosa mi terrà ancora vicino e unito agli altri esseri e ai miei simili? Che cosa li farà mio prossimo?
Un fatto etico? Un fatto edonico? Il fatto che mi diano della gioia? Io mi auguro che sia questo.
Mi auguro che il nostro incontro non sia un incontro necessitato, […] che non sia un pranzo di lavoro, una tavola di lavoro, ma sia la gioia di incontrarsi.
Ecco, questo vedrei come futuro, per me meraviglioso. Non la disoccupazione, e quindi la tragedia, ma l’occupazione in altre cose che siano più piacevoli, e soprattutto la reciproca piacevolezza.
Voglio infine ringraziare per l’evento il Festival della Complessità, che ha ospitato l’evento all’interno del programma della XIII edizione, Paolo Del Signore, artista e docente LABA Rimini, e Mattia Buracchi, responsabile tecnico LABA, che ha curato la parte tecnica dell’incontro e della messa in onda.