
Italiano [English below]
Il 17 Novembre – il giorno successivo alla mia partecipazione ai due eventi dell’International Cultural Forum di San Pietroburgo, di cui ho scritto in un altro articolo – ho tenuto la conferenza inaugurale di “Robotics – Arte e robotica”, a Trieste, nella bella cornice dell’archeologia industriale della Centrale Idrodinamica del Porto Vecchio. L’evento, a cura di Maria Campitelli e Valentino Catricalà, era promosso dall’Associazione culturale Gruppo78 International Contemporary Art di Trieste, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Trieste, della Fondazione Kathleen Foreman Casali, del Conseil des arts et des lettres du Québec e della Concordia University di Montréal, con la collaborazione di Science Centre – Immaginario Scientifico, della SISSA, dell’Università di Trieste e dell’Università di Udine. Il Festival era parte del programma ESOF (European Science Open Forum), che nel 2020 vedrà Trieste capitale europea della scienza.
Gli eventi, dal 17 al 28 Novembre, dislocati in varie parti della città di Trieste, comprendevano una mostra, con oltre trenta artisti di rilievo internazionale, tra cui Bill Vorn (che presentava in prima mondiale la performance robotica Copacabana Machine Sex), Patrick Tresset, Ken Rinaldo, France Cadet, Sadam Fujioka, Luigi Pagliarini, Salvatore Iaconesi e Oriana Persico, Cirkulacija 2, Paolo Gallina, Donato Piccolo, Roberto Pugliese, Simone Pappalardo, Dario D’Aronco, Christian Fogarolli, Alessandro Sciaraffa, collettivo AUDiNT, Antoni Abad, Mat Toan, Carolin Liebl & Nikolas Schmid Pfahle. Il programma comprendeva inoltre varie conferenze (tra gli invitati Paolo Gallina, Giuseppe O. Longo, Eric Medvet, Paolo Atzori, Giovanni Leghissa, Lorenzo Miglioli, Marcello Pecchioli, Giorgio Cipolletta, Luca Heltaj, Francesca Rizzato, Elena Tea Rossi e Alessandro Laio), workshop, proiezioni cinematografiche, un open call per giovani under 25 e una parte educativa dedicata alle scuole.
Come recitava il comunicato stampa:
il Festival riflette sulla tendenza che, nell’arte come nella scienza, vede fondere sistemi organici e artificiali in vista di una coevoluzione simbiotica di natura e tecnologia necessaria agli adattamenti accelerati a nuovi scenari ambientali e per un potenziamento delle capacità umane. Nel sotteso tecno-destino dell’uomo, il suo rapporto con la macchina ha subito uno spostamento, dal meccatronico al bio-digitale, ossia dalle strutture meccaniche coadiuvate dall’elettronica, gli androidi, alla fusione di dati digitali con la fisicità dei corpi, stimolando nuovi approcci artistici.
Il mio intervento di apertura, intitolato “Arte e robotica, la Natura ai confini del vivente. Verso la Terza Vita”, ha cercato di compiere un percorso – storico, culturale, artistico, scientifico e tecnologico – partendo dall’influenza e dall’ispirazione che la Natura e il vivente hanno sempre avuto sull’immaginario umano, che fin dalle origini ha cercato di rappresentarli e ricrearli, per arrivare alla contemporaneità tecnoscientifica. La Natura e il vivente hanno pervaso le immagini dell’arte, gli strumenti, i dispositivi, le architetture, i materiali e le macchine creati dall’uomo. Oggi vengono simulati o emulati dalla Robotica, dall’Intelligenza Artificiale, dalla Vita Artificiale e dalle loro filiazioni e ibridazioni.
Il sogno di creare la vita ha attraversato la cultura umana, dai primi dispositivi e dalle prime macchine agli automi, dai robot agli organismi biologici. Dalla preistoria l’umanità modifica il vivente creando nuove varietà di animali e piante mediante l’incrocio di quelli esistenti. Oggi si utilizzano discipline e tecniche ben più potenti e rapide, basate sull’ingegneria genetica o nel campo della Vita Sintetica. Grazie alle scienze e alle tecnologie stanno emergendo entità che mostrano comportamenti analoghi a quelli del vivente, che possono essere definite come “Terza Vita”, la vita delle entità create dalla cultura umana, essendo la “Prima Vita” la vita biologica e la “Seconda Vita” la vita nel simbolico. Nella sua collaborazione con le discipline scientifiche e le tecnologie l’arte consente di comprendere meglio la complessità del mondo, il “nuovo”, l’innovazione. L’arte può essere considerata come una sorta di filosofia della contemporaneità, una risorsa cognitiva, progettuale e visionaria determinante per capire e orientare il presente e guardare al futuro.
La Robotica è una disciplina in rapida crescita e diffusione per i grandi progressi che sta compiendo, anche ibridandosi con altri ambiti, per esempio con l’organico, come nel caso della biorobotica, e con un rilevanti implicazioni di natura culturale, sociale, economica, filosofica… Sulla Robotica convergono discipline di natura umanistica (linguistica, logica, sociologia, psicologia, letteratura, antropologia, arte, filosofia) e scientifica (biologia, fisiologia, psicologia, automazione, elettronica, fisica, informatica, matematica, meccanica, intelligenza artificiale), mette insieme arte e scienza. E l’Italia si trova in una posizione di rilevo in questo campo, occupando il terzo posto nel mondo per le esportazioni dopo Giappone e Germania, dunque il secondo in Europa.
Nel far dialogare arte, scienza e robotica, “Robotics” ha promosso argomenti ancora poco esplorati in Italia, costituendo uno dei pochissimi eventi di rilievo nella focalizzazione di queste tematiche, senza arcaismi e pregiudizi, in una prospettiva presente e futura. Si tratta di tematiche con forti ricadute in un orizzonte temporale assai prossimo in molti campi della cultura, della società, dell’economia, della vita quotidiana. Dunque, l’auspicio è che questi argomenti, e la riflessione che ne deriva, possano trovare dei riscontri più frequenti e diffusi sul territorio nazionale e nella cultura contemporanea.
On November 17 – the day after my participation in the two events of the International Cultural Forum in St. Petersburg, I wrote about in another article – I held the opening conference of “Robotics – Arte e Robotica” (Art and Robotics), in Trieste, at the beautiful industrial archeology frame of the Centrale Idrodinamica in the Old Harbour. The event, curated by Maria Campitelli and Valentino Catricalà, was promoted by the Gruppo78 International Contemporary Art Cultural Association of Trieste, with the support of the Friuli Venezia Giulia Region, of the Municipality of Trieste, of the Kathleen Foreman Casali Foundation, of the Conseil des arts et des lettres du Québec and of the Concordia University of Montreal, with the collaboration of Science Center – Science Imaginary, of SISSA and of the universities of Trieste and Udine. The Festival was part of the ESOF (European Science Open Forum) program, which in 2020 will feature Trieste as the European capital of science.
The events, from 17 to 28 November, located in different parts of the city of Trieste, included an exhibition, with over thirty internationally renowned artists, including Bill Vorn (who presented the world premiere of the robotic performance Copacabana Machine Sex), Patrick Tresset, Ken Rinaldo, France Cadet, Sadam Fujioka, Luigi Pagliarini, Salvatore Iaconesi and Oriana Persico, Cirkulacija 2, Paolo Gallina, Donato Piccolo, Roberto Pugliese, Simone Pappalardo, Dario D’Aronco, Christian Fogarolli, Alessandro Sciaraffa, collective AUDiNT, Antoni Abad, Mat Toan, Carolin Liebl & Nikolas Schmid Pfahle. The program also included many conferences (among the presenters Paolo Gallina, Giuseppe O. Longo, Eric Medvet, Paolo Atzori, Giovanni Leghissa, Lorenzo Miglioli, Marcello Pecchioli, Giorgio Cipolletta, Luca Heltaj, Francesca Rizzato, Elena Tea Rossi and Alessandro Laio), workshops, film screenings, an open call for young people under 25 and an educational part dedicated to schools.
As written in the press release:
The Festival reflects on the tendency, in art as in science, to fuse organic systems with artificial ones in view of a symbiotic coevolution of nature and technology necessary for accelerated adaptations to new environmental scenarios and for a strengthening of human abilities. In the underlying techno-destiny of man, his relationship with the machine has undergone a shift, from mechatronics to bio-digital, i.e. from mechanical structures assisted by electronics, androids, to the fusion of digital data with the physicality of bodies, stimulating new artistic approaches.
My opening speech, entitled “Art and Robotics, Nature on the borders of the living. Towards the Third Life”, tried to make a path – historical, cultural, artistic, scientific and technological – starting from the influence and inspiration that Nature and the living have always had on the human imagination, which from the beginning has tried to to represent and recreate them, until the technoscientific contemporaneity. Nature and the living have pervaded the images of art, instruments, devices, architectures, materials and machines created by man. Today they are simulated or emulated by Robotics, Artificial Intelligence, Artificial Life and their derivatives and hybrids.
The dream of creating life has gone through human culture, from the first devices and from the first machines to automata, from robots to biological organisms. From prehistory, humanity modifies the living creating new varieties of animals and plants by cross-breeding the existing ones. Today, more powerful and rapid disciplines and techniques are used, based on genetic engineering or in the field of Synthetic Life. Thanks to sciences and technologies new entities are emerging, showing behaviors similar to those of the living beings, which can be defined as “Third Life”, the life of the entities created by human culture, being the “First Life” the biological life and the “Second Life” the life in the symbolic realm. In its collaboration with scientific disciplines and technologies, art allows us to better understand the complexity of the world, the “new” and innovation. Art can be considered as a sort of contemporary philosophy, a fundamental cognitive, design and visionary resource for understanding and orienting the present and looking into the future.
Robotics is a rapidly growing and spreading discipline, due to its great progress, also by hybridizing with the organic realm, as in the case of biorobotics, and with a relevant impact of cultural, social, economic and philosophical nature… Robotics is based on humanistic disciplines (linguistics, logic, sociology, psychology, literature, anthropology, art, philosophy) and scientific disciplines (biology, physiology, psychology, automation, electronics, physics, computer science, mathematics, mechanics, artificial intelligence), it puts together art and science. And Italy is in a position of prominence in this field, being in the third place worldwide for exports after Japan and Germany, therefore the second in Europe.
In creating a dialogue among art, science and robotics, the festival “Robotics” has promoted topics that are still poorly considered in Italy, constituting one of the very few events in focusing these topics without archaisms and prejudices, in a present and future perspective. They are issues with a strong influence in a near future, in many fields of culture, society, economy, everyday life. Therefore, the hope is that these topics and the resulting reflections may find more frequent and widespread chances in Italy and in contemporary culture.