È appena uscito il saggio di Anaïs Bernard e Bernard Andrieu, Manifesto Emersivo. Nascita delle Arti Immersive, pubblicato da Noema Media & Publishing. È in formato eBook (PDF), ma a breve, per chi ama i libri cartacei, uscirà anche come print on demand. Il saggio mi vede coinvolto, insieme a Franco Torriani, nella cura dell’edizione italiana (l’originale è Bernard Andrieu, Anaïs Bernard, Manifeste des arts immersifs, Nancy, PUN – Editions Universitaires de Lorraine, 2014) e nella stesura della presentazione. Nonostante la brevità del testo, si è trattato di un lavoro piuttosto lungo di traduzione e aggiustamento, che ha impegnato diverse competenze per il tenore dei contenuti, che spaziano, spesso in maniera specialistica, tra arti, scienze e tecnologie. Il saggio è disponibile qui, e a breve in tutti i maggiori negozi online.

 The essay by Anaïs Bernard and Anaïs Bernard e Bernard Andrieu, Manifesto Emersivo. Nascita delle Arti Immersive (Emersive Manifesto. Birth of the Immersive Arts) has just been published in Italian by Noema Media & Publishing. It is in eBook format (PDF), but soon, for those who love paper books, it will also be published as print on demand. I am involved in this book, together with Franco Torriani, in the care of the Italian edition (the French original being Bernard Andrieu, Anaïs Bernard, Manifeste des arts immersive, Nancy, PUN – Editions Universitaires de Lorraine, 2014) and in writing the presentation. Despite the the text shortness, it was a long work of translation and adjustment, which involved different skills because of the content, ranging from the arts, sciences and technologies. The essay is available here, and soon in all major online stores.

Dalla presentazione:

Accanto alla sua evoluzione biologica, il corpo è il risultato di un’evoluzione culturale sempre più rapida e complessa. Di fatto, l’evoluzione biologica del corpo è divenuta molto più lenta della sua evoluzione culturale, che lo ha protetto, ne ha allungato la vita media – quasi raddoppiandola nell’ultimo secolo – e inizia a trasformarlo modificando la sua memoria a lunghissimo termine, i geni. Il corpo è un costrutto culturale: la sua identità, il suo funzionamento, la materia e gli organi di cui è costituito, il suo comportamento, le sue pratiche e discipline, la sua cura, il suo controllo, la sua misura e descrizione, la sua storia, sono sempre stati analizzati, rappresentati e normati dalla scienza, dalla società, dalla politica, dalla religione, dalla tecnologia, dalla comunicazione, dall’arte…

Il corpo è l’unica cosa da cui in vita siamo indivisibili, la sola cosa che siamo certi di possedere, è ciò che ci consente di essere convinti di esistere, che ci dà una qualche forma di consapevolezza di quel che siamo, del mondo di cui siamo parte e che cerchiamo di interpretare. Il corpo umano – così come quello di ogni altro organismo vivente, dai batteri alle balene – è un’isola di coscienza in un oceano di materia, di cui siamo in grado di individuare solo una piccola frazione, regolata da forze in gran parte oscure (e anche questo è un costrutto culturale).

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Nel nostro Paese il Manifesto Emersivo si colloca nel solco di una discussione quasi trentennale sulle relazioni tra corpo e tecnologie e sul ruolo del corpo nella temperie tecnoscientifica. Il focus del Manifesto, che abbiamo il piacere di presentare al lettore italiano, è dichiaratamente incentrato, come recita il sottotitolo, sulla nascita delle Arti Immersive. Nonostante la brevità, il testo mostra il respiro della ricerca che i due autori, Bernard Andrieu, filosofo, e Anaïs Bernard, ricercatrice, portano avanti da anni sul corpo, sull’“immersione” e sui fenomeni collegati. Il saggio, denso e argomentato tra arte, scienza e tecnologia, ha richiesto un lungo impegno di traduzione e revisione, che ha coinvolto varie persone ed esperti. Il nucleo principale considera le “arti immersive” come un’esperienza interattiva tra corpo, opera e ambiente, dove la fruizione dell’opera configura di fatto un’immersione esperienziale significativa che genera fenomeni emersivi. In altri termini, l’atto e la condizione dell’immersione producono tanto un’emersione articolata di sensazioni, immagini, fenomeni emotivi suscitati dall’ambiente immergente, quanto l’emersione nel corpo di produzioni spontanee che riguardano, secondo la tesi sostenuta, sia l’artista che lo spettatore, che secondo gli autori è anche attore: più precisamente il termine impiegato è “spett-attore” (spect-acteur nel testo originario).

La condizione di immersione-emersione si presenta, dunque, come l’agente di dispositivi induttivi in grado di provocare l’attivazione involontaria, cerebrale e sensibile, di produzioni spontanee, scrivono Andrieu e Bernard, che si impongono alla coscienza, anche se forse è difficile stabilirne la misura, sia dell’artista che dello spett-attore: “Tuffandosi nel proprio corpo in spazi immersivi – si legge nel Manifesto – il contenente immergente produce un contenuto emersivo”.

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Il testo si sofferma anche sui dispositivi tecnici e tecnologici di immersione, da un’interessante prospettiva storica fino agli effetti nel mondo delle arti negli anni Ottanta e Novanta, portando diversi esempi. Non si tratta, peraltro, di una prospettiva antologica, ma di un campione di casi rappresentativi, attraverso i quali si esamina quanto succede al soggetto “immerso” in situazioni fisiologiche inconsuete. Queste immersioni danno luogo a fenomeni di percezione, emozione, a sensazioni che provocano una ri-creazione percettiva del mondo. Il corpo diviene così un luogo di ibridazione e trasformazione. Si tratta di un’ibridità che, come è spiegato nel testo, fra i suoi vari livelli rivela quello dell’intreccio fra naturale e artificiale, due “categorie” in ridefinizione continua. È anche l’ammissione, o meglio, l’accettazione, del concetto che il corpo non è né interamente naturale né interamente culturale.

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Il saggio è disponibile qui, e a breve in tutti i maggiori negozi online.