
È uscita una mia intervista sul n. 100 del magazine di arte contemporanea Espoarte (Anno XIX, n.1/2018), numero speciale celebrativo curato da Livia Savorelli e Luca Bochicchio, che mi ha fatto l’intervista. Luca ha voluto insistere su degli argomenti che sa che mi interessano molto, come la Terza Vita, la relazione tra arte e scienza, la perdita di centralità dell’uomo, la relazione tra “naturale” e “artificiale”… Di seguito le prime tre domande dell’intervista, che può essere integralmente scaricata da qui. Il numero 100 di Espoarte, un numero speciale che contiene testi e interviste di vari autori e artisti, può essere invece ottenuto a partire dal sito. Suggerisco, anche solo per la particolarità della copertina, la versione cartacea.
La Terza Vita e il postumanesimo necessario
D. La conferenza internazionale art*science è approdata in Italia lo scorso luglio, e con lei la rivista Leonardo, che prende nome e ispirazione dal genio rinascimentale che era solito trasferire le sue ricerche scientifiche nell’arte e viceversa.
art*science, di cui a breve usciranno gli atti, nasce in Italia dopo un incontro con Nina Czegledy a Bologna a una conferenza. La rivista Leonardo, pubblicata da MIT Press, la più autorevole in campo internazionale sulle relazioni tra arte e scienza, compiva 50 anni. Nina, che conosco da tempo, membro UNESCO e nel Board di Leonardo, mi ha chiesto se si poteva organizzare in Italia un evento su arte/scienza che celebrasse anche quel cinquantenario. È riuscito tutto molto bene e stiamo preparando l’edizione 2018, che vogliamo fare in varie città.
D. Questo spunto mi fa venire voglia di domandarti: in Italia, oggi, che ne è stato di Leonardo (da Vinci) e del suo approccio interdisciplinare?
In Italia fatichiamo ad attivare approcci interdisciplinari seri tra arte e scienza. Un po’ perché gli artisti e il mondo dell’arte possiedono poca o nulla conoscenza scientifica o hanno della scienza, per ragioni anche condivisibili, un’idea negativa. Dal canto loro gli scienziati spesso guardano con sufficienza alle modalità operative dell’arte, alla loro dimensione libera, e faticano a uscire dal loro ambito. Oppure considerano l’arte come divulgazione o vetrina della scienza. Del resto, in un paese nel quale i finanziamenti alla cultura e alla scienza sono risibili, dove la ricerca deve produrre frutti immediati, c’è poco spazio e tempo per investire in qualche forma di collaborazione, come invece avviene all’estero. Al CERN, per esempio, che ha un programma annuale di artist in residence. O in programmi europei come STARTS (Science, Technologies and the Arts), che ha buone disponibilità economiche. Altre iniziative comunitarie finanziano collaborazioni universitarie interdisciplinari e transnazionali su arte/scienza.
D. In uno dei tuoi recenti interventi pubblici hai affrontato il nodo della “Terza Vita”. Su cosa si basa questa tua idea di postumano?
Ho presentato per la prima volta l’argomento della Terza Vita nel 2008, a Vienna a una conferenza internazionale, e poi in varie altre occasioni. Grazie alle scienze e alle tecnologie stanno emergendo entità, create dalla cultura umana, che mostrano comportamenti analoghi al vivente, estendendo i confini della vita e dell’evoluzione. Molti artefatti, dispositivi, macchine, entità, stanno diventando sempre più complessi e autonomi, e abbiamo la capacità di modificare organismi esistenti o di creane di nuovi, che non si sarebbero mai evoluti naturalmente. Agenti e oggetti autonomi, forme di vita artificiale, robotica e biorobotica, nanoentità, ibridi (organici/inorganici), organismi modificati ed espansi, vita sintetica, organismi “de-estinti” costituiscono i campi emergenti. Ho chiamato “Terza Vita” tutte queste forme create dalla cultura umana, mentre la “Prima Vita” è la vita biologica e la “Seconda Vita” è la vita nel simbolico.
La Terza Vita non scaturisce da un’evoluzione biologica generale ma dall’evoluzione di una specie particolare, quella umana. Queste forme non vengono selezionate dallo stesso ambiente che ha selezionato le forme organiche viventi, come piante, animali, compresi noi esseri umani. La Terza Vita è progettata, creata e selezionata dalla sfera antropica mediante un processo culturale, è il risultato della cultura e dell’ambiente antropico.
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L’intervista può essere integralmente scaricata da qui. Il numero 100 di Espoarte, che contiene e testi e interviste di vari autori, può essere invece ottenuto a partire dal sito.