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Nell’ambito della conferenza internazionale art*science 2017/Leonardo 50, tenutasi a Bologna dal 3 al 5 Luglio scorso, dedicata anche ai 50 anni del magazine Leonardo, la rivista più autorevole in campo internazionale sulle relazioni tra forme artistiche, scienze e tecnologie pubblicata da MIT Press, di cui ho scritto in un post precedente a cui rimando, si è svolto un convegno su Arte e complessità. Ho partecipato a questo evento con l’intervento “Arte come filosofia della contemporaneità. Poetiche della complessità, Terza Vita, località e universalità”. Il paper completo sarà inserito negli atti di art*science 2017/Leonardo 50, qui di seguito pubblico l’abstract.
Arte come filosofia della contemporaneità. Poetiche della complessità, Terza Vita, località e universalità
L’arte ha sempre avuto a che fare con la complessità, le opere hanno spesso richiesto complessi processi, capacità, conoscenze e competenze intellettuali, culturali e tecniche. Oggi, grazie alle scienze e alle tecnologie, le forme d’arte contemporanea più interessanti sembrano rifarsi a poetiche più complesse, con i nuovi strumenti diviene possibile operare con idee, argomenti, ed esprimere critiche, in una maniera più ricca. L’arte può discutere le complesse problematiche tra l’umanità e il mondo fenomenico, inerenti all’ambiente, agli esseri viventi, all’idea di Natura. Da questo punto di vista, e in maniera più efficace di altre discipline, l’arte diviene una filosofia della contemporaneità.
Atraverso le scienze e le tecnologie l’umanità sta dando forma a un ampio e complesso panorama costituito di nuovi dispositivi, macchine, algoritmi e forme di vita che emergono in campi diversi. L’arte ha sempre rappresentato il vivente e la Natura: fin dalle origini e lungo tutta la sua evoluzione l’umanità ha sempre rappresentato, simulato, modificato e reinventato la Natura per varie finalità. La Natura e la vita hanno costituito l’ispirazione, la soluzione e l’orizzonte degli eventi nelle attività umane, nella risoluzione di problemi pratici per ottenere protezione, conoscenza ed effettualità nel mondo fenomenico. Ma anche per inventare narrazioni, per generare nuove estetiche, per creare nuove forme d’arte.
Oggi discipline come Robotica, Intelligenza Artificiale, Vita Artificiale, Smart Algorithms, Biologia Sintetica, Ingegneria Genetica, Biotecnologie, Nanotecnologie, Internet of Things, De-Extinction e altre stanno estendendo i confini della vita e dell’evoluzione. Molti artefatti, dispositivi, macchine, entità, stanno diventando velocemente sempre più potenti, complessi, autonomi e indipendenti. L’evoluzione scientifica ha comportato la capacità di modificare profonamente gli organismi esistenti e di creane di nuovi, nuove specie che non si sarebbero mai evolute naturalmente. Stiamo per assistere all’estensione dell’idea di vita e di forme di vita, dal dominio dell’organico a un panorama complesso con forme di vita organiche, inorganiche miste. Mediante le scienze e le tecnologie l’umanità sta creando una sorta di “Terza Vita”, che origina dalla conoscenza e dalla cultura, che si sta evolvendo indipendentemente e autonomamente, espandendo la Natura da dentro il suo stesso dominio. Queste forme emergenti possono essere chiamate “Terza Vita”, essendo la “Prima Vita” la vita biologica, e la “Seconda Vita” la vita nella dimensione simbolica.
In questa profonda trasformazione molti argomenti del passato appaiono superati e inadeguati, nuovi argomenti stanno emergendo. Tutti questi processi sembrano spingere la conoscenza e la consapevolezza umane in avanti, così come i suoi confini e gli obiettivi, e nello stesso tempo stanno rendendo relativa la secolare centralità del ruolo dell’umanità. Riusciranno questi processi a illuminare su di una possibile evoluzione? L’arte riuscirà, come in passato, ad anticipare e fornire una visione attendibile di queste complesse trasformazioni?
In the framework of the International art*science 2017/Leonardo 50 conference (Bologna, July 3 to 5, I wrote about it in a previous post), dedicated to the 50th anniversary of Leonardo journal, published by MIT Press – the most influential magazine on the relationships among arts, sciences and technology – it was held the conference Art and Complexity. I participated with the presentation “Art as a philosophy of contemporaneity. Poetics of complexity, Third Life, locality and universality”. The full paper will be included in the proceedings of art*science 2017/Leonardo 50, hereafter the abstract.
Art as a philosophy of contemporaneity. Poetics of complexity, Third Life, locality and universality
Art has always dealt with complexity, artworks have often involved complex intellectual, cultural and technical processes, knowledges, competences and skills. Today, thanks to sciences and technologies, the most interesting contemporary artforms seem to refer to more complex poetics, with the new tools it is possible to operate with ideas, topics, and to express criticisms in a richer way. Art can discuss the complex issues between humanity and the phenomenal world, about the environment, the living beings, the idea of Nature. In this respect, and more effectively than other disciplines, art becomes a philosophy of contemporaneity.
Through sciences and technologies humanity is shaping a wide and complex panorama pervaded by new devices, machines, algorithms and lifeforms, emerging from different realms. Art has always represented the living and Nature: from its dawn and all along its evolution, humanity has always been representing, simulating, modifying and reinventing Nature, for a variety of purposes. Nature and life have been the inspiration, the solution and the event horizon in human activities, in solving practical problems to attain protection, knowledge and effectiveness on the phenomenal world. But also in inventing narrations, in generating new aesthetics, in creating new artforms.
Today disciplines like Robotics, Artificial Intelligence, Artificial Life, Smart Algorithms, Synthetic Biology, Genetic Engineering, Biotechnologies, Nanotechnologies, Internet of Things, De-Extinction and more are pushing further the borders of life and evolution. A wide range of artefacts, devices, machines, entities are quickly becoming more and more powerful, complex, autonomous and independent. Scientific evolution has led to the capacity to deeply modify existing organisms and create new ones, new species that would have never evolved naturally. We are going to assist to an extension of the idea of life and of life forms, from the organic realm to a complex panorama with organic, inorganic as well as intermingled life forms. Through sciences and technologies humanity is creating a sort of “Third Life”, originating from knowledge and culture, which is independently and autonomously evolving, expanding Nature from inside the realm of Nature itself. This emerging forms can be called “Third Life”, being “First Life” the biologic life and “Second Life” life in the symbolic dimension.
In this profound transformation many past topics appear as outdated and inadequate, while new ones are emerging. All this processes seem pushing forward human knowledge and awareness, as well as its boundaries and objectives, and at the same time they are relativising the secular centrality of humanity’s role. Can these processes give any glimpses on a possible evolution? Can art, like in the past, anticipate and perform a viable vision of these complex transformations?