
E’ interessante che anche nel nostro Paese le manifestazioni dedicate alle relazioni tra arte e scienza si moltiplichino, e che eventi tradizionalmente dedicati al digitale aprano alle nuove problematiche e cerchino di guardare al di là delle arti digitali (come, per esempio, ha fatto anche ToShare quest’anno).
Il 30 e 31 maggio si è svolta la presentazione di Milano in Digitale III, il cui sottotitolo è, in maniera eloquente, “Beyond New Media Art”, un concorso, ormai giunto alla terza edizione, che premia le migliori realizzazioni “under 35” e comincia ad essere noto anche in ambito internazionale (il concorso chiuderà il 30 settembre). Come quelli della scorsa edizione, anche i vincitori di questa edizione parteciperanno al workshop internazionale TransIStor, presso il CIANT a Praga, nell’estate 2009 (il workshop di quest’anno è stato imperniato sulla robotica). Il CIANT è il Cantro Arte e Nuove Tecnologie di Praga, che ha organizzato nel novembre dello scorso anno la splendida MutaMorphosis (di cui anche Noema ha parlato), ed è uno dei centri europei più attivi sulla riflessione tra arte/scienza.
La tavola rotonda di Milano in Digitale III, moderato da Antonio Caronia, a cui ho partecipato insieme a Franco Torriani, Francesco Monico, Domenico Quaranta e Paolo Rosa, ha infatti spostato l’asse in avanti, cercando di capire se sia lecito parlare di nuovi paradigmi, davanti all’emergere di forme espressive legate alla biologia, alla genetica, alle biotecnologie (come le bioarti), alle nanotecnologie, alla robotica… Questa dimensione di “superamento del digitale” è stata presente anche nei workshop, animati da Christa Sommerer e Laurent Mignonneau, Sonia Cillari e Luigi Pagliarini, ed è proseguita nel pomeriggio del giorno seguente con gli interventi di alcuni giovani studiosi (Laura Sansavini, Stefano Raimondi, Loretta Borrelli, Roberta Peveri e Alessandro Pasquali) che hanno affrontato temi molto interessanti ed attuali, tra cui l’arte robotica, la nanoarte e la bioarte.
L’altro evento, CronoSfera, era un festival di tre giorni (20-22 giugno), alla prima edizione, su scienza arte e fantascienza, con, recitava la presentazione, “al centro, la percezione dello spazio-tempo dell’essere umano e il suo immaginario dal punto di vista della ricerca scientifica e della ricerca artistica”. Svoltosi nel piccolo borgo medievale di Cavatore, in provincia di Alessandria, perfettamemnte adeguato al tema principale della manifestazione, animato dall’entusiasmo di un gruppo di giovani e giovanissimi, il festival ha presentato una serie di tavole rotonde (“Fra passato e futuro”, “Pianeta Terra”, “Scienze dello spazio”, “Lo spazio-tempo delle nuove tecnologie”, “Il rapporto arte-scienza”), a cui ho partecipato con un intervento sul tempo, una mostra originale e interessante (di cui voglio ricordare in particolare il lavoro sulla levitazione acustica dei russi Evelina Domnitch e Dmitry Gelfand), un concorso video e dei concerti.