
Dato che è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ho aggiornato questo sito, in questa segnalazione metto insieme due eventi ai quali ho partecipato, sul tema delle relazioni tra arti, scienze e tecnologie. Il primo è “MutaMorphosis: Challenging Arts and Sciences“, che si è svolto a Praga dall’8 al 10 novembre, al quale ho partecipato da osservatore, mentre il secondo è “Researching the future: aspects of art and technoetics 2007 / Ricerca e futuro: arte, tecnologia e coscienza. Scenari dell’arte technoetica 2007”, svoltosi al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato dal 7 al 9 dicembre, a cui ho partecipato come relatore.
Entrambi gli eventi mettono a fuoco una tendenza interessante nelle relazioni tra forme artistiche, scienze e tecnologie, ampliando il campo ben al di là del consueto orizzonte digitale. Non si tratta in effetti di una tendenza nuova, dato che almeno nella prima metà degli anni ’90 del secolo scorso l’approccio “scientifico” ha spesso costituito il cardine di varie espressioni artistiche (argomento trattato, tra l’altro, anche nel mio libro Arte e tecnologie. Comunicazione estetica e tecnoscienze, pubblicato nel 1996). Questa rinnovata attualità, tuttavia, da un lato dimostra che alcune delle tematiche di allora sono ancora di grande attualità (si potrebbe dire che quei nodi sono venuti al pettine), dall’altro segnala l’emergere straordinario di nuovi orizzonti collegati alle discipline scientifiche che iniziano a occupare una posizione centrale nella riflessione teorica e nell’ambito del sociale.

Roy Ascott and me at Metamorphosis 2007
Il primo evento, “MutaMorphosis: Challenging Arts and Sciences”, che si è svolto all’interno di un contesto più ampio sugli stessi temi (“Entermultimediale 3” a Praga e “Re:PLACE 2007”, International Conference on the Histories of Media, Art, Science and Technology, a Berlino), ha ruotato intorno ad alcuni argomenti il cui significato è stato ben spiegato da Louis Bec nell’opening plenary speech: “Sembra che MutaMorphosis venga a proposito per riflettere sulle grandi mutazioni che pesano sull’avvenire del nostro mondo, sull’evoluzione degli uomini e delle società e di conseguenza sui loro modi di conoscenza scientifica e tecnologica, sui loro modi di espressione artistica e di comunicazione. MutaMorphosis deve favorire delle nuove configurazioni di scambi e comprovare che tutti i problemi necessitano ora di approcci basati sulla pluralità delle discipline scientifiche, tecnologiche e artistiche, e devono tenere conto di condizioni etiche, epistemologiche ed ecosistemiche.” Noema, in collaborazione con la rivista d’arte contemporanea D’Ars (che ha dedicato parte del numero di dicembre proprio a MutaMorphosis), ha seguito direttamente questo evento sull’n.blog. Altri testi saranno pubblicati a breve.

Roy Ascott and me at Researching the future: aspects of art and technoetics
Al secondo evento, “Researching the future: aspects of art and technoetics 2007 / Ricerca e futuro: arte, tecnologia e coscienza. Scenari dell’arte technoetica 2007”, svoltosi al CAC di Prato e che invece mi ha visto impegnato come relatore, sono intervenuti artisti e ricercatori di oltre dieci nazionalità che hanno presentato i loro lavori esplorando la nuova posizione dell’uomo nel mondo delle reti e dei processi, sia di quelli dry che di quelli wet, umidi e biologici. Il fatto che a organizzare questo evento fossero, congiuntamente, la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) di Milano, l’Accademia di Belle Arti di Carrara e l’ISIA di Firenze, con la disponibiltà del CAC di Prato, fossero dunque realtà del mondo dell’arte, testimonia del grande interesse che queste tematiche riscuotono oggi nel mondo accademico dell’arte, molto di più che in quello universitario, spesso purtroppo appiattito sulla dimensione storica, sul passato. Alcuni dei relatori di Mutamorphosis hanno partecipato anche a questo evento, il che sottolinea la centralità di una riflessioni sui temi delle relazioni tra arti e scienze, e, di riflesso, tra scienze e società contemporanea.