
Segnalo l’uscita, per la collana <mediaversi>, del libro Art Biotech, a cura di Jens Hauser, a cui ho collaborato insieme a Franco Torriani per la cura dell’edizione italiana e l’introduzione al volume. Il libro riprende ed amplia con vari nuovi contenuti e un glossario il catalogo della prima mostra a livello mondiale dedicata all’arte biotecnologica, intitolata “L’Art biotech'”, tenutasi a Nantes nel 2003 e curata dallo stesso Hauser, uno degli studiosi più competenti in materia.
L’argomento delle relazioni tra forme artistiche, scienze e tecnologie è ormai ben presente, anche nel nostro Paese, all’interno del panorama dell’arte. Tuttavia, soprattutto dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso, sono apparse forme espressive collegate a strumenti e approcci del tutto diversi da quelli di derivazione informatica.
Pure spesso condividendo alcune delle istanze provenienti dallo stesso quadro filosofico e scientifico generale di riferimento – l’idea di natura e di evoluzione, la corporeità, il concetto di vita… – e talvolta ibridandosi con tecnologie di derivazione informatica, queste nuove forme hanno fatto riferimento alla dimensione organica, all’ambito della biologia, alle “discipline del vivente” (in linea con l’ascesa dell’importanza scientifica, culturale e sociale di queste discipline), dando origine a esiti che sono stati compresi, spesso indiscriminatamente, sotto i nomi di “bioarte”, di “arte biotecnologica”, di “arte genetica”, ecc. Al di fuori di una generica ispirazione comune, queste forme non possono essere considerate come evoluzione delle forme artistiche basate sulle new media arts, sulle forme di derivazione informatica.
Il volume affronta l’attualità delle bioarti e ne delinea i percorsi, le discendenze, gli aspetti innovativi e le profonde questioni che le accompagnano.
Insieme a Franco Torriani ho scritto l’introduzione, che ho pubblicato su Noema.
Qui ci sono maggiori informazioni sul libro.